ARTICOLI  »  NATURA
settembre 2009
LA CICOGNA E GLI UCCELLI MIGRATORI
La cicogna bianca
La cicogna bianca (Ciconia ciconia) è sicuramente il rappresentante più conosciuto dell’ordine dei Ciconiformi. Oltre alla sua simbologia positiva presso quasi tutti i popoli, essa deve la sua fama al fatto di vivere tendenzialmente a stretto contatto con l’uomo, soprattutto durante il periodo della riproduzione. La nidificazione avviene infatti vicino a insediamenti umani e la maggior parte delle volte utilizza strutture create dall’uomo stesso; in particolare nidifica sui camini, sui campanili, sulle torri, sulle chiese, sopra i tetti, sui pali della luce, in pratica sopra tutte quelle costruzioni umane che permettono loro di poter tenere sotto controllo il territorio circostante. Il motivo di tale abitudine è difficile da capire, anche perché per molti anni è stata perseguitata e cacciata anche in maniera spietata da parte dell’uomo.
La cicogna bianca è sempre stata comune in molte aree europee; fin dal Medioevo essa era presente sia Italia che in Inghilterra, aree dove per lungo tempo non ha più nidificato e dove solo in tempi recenti è tornata a farlo anche regolarmente.
Come tutti gli uccelli migratori, la cicogna bianca ha due diverse zone di distribuzione occupate in base alla stagione. Si distingue un’area di nidificazione, dove questi uccelli stazionano nel periodo dell’anno compreso tra la primavera e l’autunno, che viene abitata nel periodo della riproduzione, quando le coppie si ritrovano per ricostruire il nido, deporre le uova e far crescere la propria prole. La scelta del luogo di nidificazione è legata alla presenza di specchi d’acqua che possano garantire abbondanza di alimento per la crescita dei piccoli. Per questo la cicogna bianca predilige habitat caratterizzati da aree aperte di terreno coltivato, che permettono di accedere con facilità alle rive di piccoli fiumi, ai canali di irrigazione, alle risaie, ad aree inondate, marcite o piccole paludi.
Esiste poi un’area cosiddetta di svernamento, dove le cicogne migrano per trascorre il periodo invernale in zone calde e ricche di cibo.
Per la cicogna bianca bisogna fare un’ulteriore distinzione. Negli ultimi anni sono stati effettuati numerosi studi sulle popolazioni in Europa; sono stati compiuti numerosi censimenti, campagne di inanellamento e si sono utilizzate nuove tecnologie come il radio-tracking, che ha permesso di monitorare, attraverso l’utilizzo della tecnologia satellitare, gli spostamenti degli individui muniti di radiotrasmittente.
Si è giunti così alla conclusione che esistono due distinte popolazioni di cicogne bianche, una che si può chiamare popolazione “occidentale” e l’altra “orientale”.
La prima ha come areale di nidificazione la parte centro-occidentale dell’Europa, comprende quindi la Francia, il Belgio, il Lussemburgo, l’Olanda, alcune zone della Germania, l’Italia settentrionale, il Portogallo, la Spagna e alcune regioni dell’Africa nord-occidentali, quali l’Algeria e la Tunisia. Tutti gli individui che frequentano queste aree in autunno migrano verso sud, percorrendo una rotta che, sorvolando lo Stretto di Gibilterra, termina nelle zone comprese nell’Africa occidentale trans-sahariana. Alcuni individui preferiscono ridurre questo spostamento, terminando il loro viaggio in aree situate nel sud della penisola Iberica e nell’Africa nord-occidentale. Si è scoperto però che molti individui della popolazione occidentale preferiscono utilizzare una rotta alternativa, passante attraverso l’Italia e la Sicilia, fino alla Tunisia.
La popolazione orientale invece ha come areale di nidificazione la parte orientale dell’Europa e parte del territorio asiatico. Comprende le zone orientali della Germania, la Repubblica Ceca e quella Slovacca, la Polonia, l’Austria, l’Ungheria, la Romania, la Bulgaria, e buona parte degli Stati appartenenti alla ex Unione Sovietica. Questa popolazione migra seguendo una rotta che passa attraverso il Bosforo e i Dardanelli, i due stretti che circondano il Mare di Marmara in Turchia. Dopodiché proseguono verso sud, seguendo il corso del Nilo e proseguendo lungo la Rift Valley, l’enorme spaccatura che si estende in direzione nord-sud per oltre 5000 chilometri dalla Siria fino al centro del Mozambico, disperdendosi infine nelle vaste praterie dell’Africa orientale e alcune anche fino al Sud Africa.
Le popolazioni che occupano areali di nidificazione confinanti tra le due popolazioni si dividono nella scelta delle due vie migratorie, facendo quasi da collegamento tra le due popolazioni.

Plinio il Vecchio, naturalista e storico latino vissuto tra il 23 e il 79 d.C., così scrive nella sua monumentale opera “Naturalis Historia”, una vera e propria enciclopedia delle scienze dell’antichità: Da quale regione le cicogne vengano e dove si dirigano, lo si ignora tutt’oggi. Non c’è dubbio che arrivino da lontano, allo stesso modo delle gru, quelle di passaggio in inverno, queste in estate”. L’Imperatore Federico II di Svevia (1194-1250) nel suo “De arte venandi cum avibus”, un vero e proprio trattato di ornitologia, racconta che: “Pochi uccelli non fanno ritorno ai loro rifugi dove sanno di poter passare la notte al riparo dai predatori; solo le pavoncelle dormono, la notte, nei campi. Le cicogne preferiscono le torri, le cime degli alberi o altri luoghi elevati; le gru cercano dormitori in acqua…Di norma gli uccelli scelgono gli stessi ritiri che le madri usarono per allevarli.


Eleganza e forme robuste

La cicogna bianca ha la classica forma dei trampolieri, uccelli caratterizzati da lunghe zampe a sostegno di un corpo snello e slanciato, perfetto per i lunghi voli e per le grandi traversate migratorie. In volo le cicogne sono facilmente distinguibili, grazie a una silhouette particolare e comunque differente rispetto a quella degli Ardeidi (aironi, garzette e tarabusi). Come i fenicotteri e le gru, infatti, volano mantenendo il collo proteso in avanti, mentre la maggior parte degli Ardeidi vola con il collo ripiegato all’indietro tra le spalle. Inoltre tengono le zampe allungate e sporgenti dietro alla coda.
La livrea del piumaggio è caratteristica, con una colorazione completamente bianca a eccezione delle penne scapolari, le remiganti primarie e secondarie, cioè le ali più esterne, preposte al volo.
La taglia può variare dai 100 ai 115 cm, con il maschio in genere leggermente più grande della femmina, anche se non esiste evidente dimorfismo sessuale, cioè caratteristiche morfologiche evidenti che permettano di distinguere il maschio dalla femmina.
L’apertura alare raggiunge i 155-195 cm, mentre il peso può oscillare tra 2,5 e i 4 kg. Le zampe sono lunghe, con il tarso che può arrivare a una lunghezza di 20-22 cm; il becco misura in media 18-20 cm e, come le zampe, è di colore rosso. Gli occhi hanno una colorazione grigio-ardesia.
Tra i giovani di cicogna bianca esiste una mortalità elevata nei primi due anni di vita. Una volta superato questo periodo critico questi uccelli possono avere una longevità media che si aggira intorno ai 15-20 anni, dato ottenuto mediante l’osservazione e il recupero dei numerosi individui inanellati. Sono riportati casi di individui estremamente longevi che hanno raggiunto un’età di 30 anni.
La cicogna bianca è tendenzialmente gregaria, diventa solitaria quando si riproduce e la coppia tende a isolarsi per la costruzione del nido e per accoppiarsi. Durante le migrazioni è possibile osservare aggregazioni di centinaia di migliaia di individui che si recano nelle aree di svernamento africane. Gli individui adulti giungono nei luoghi di nidificazione anticipando la primavera (febbraio-marzo) e cominciano a rioccupare il vecchio territorio; di solito il maschio arriva prima, seguito a breve dalla femmina. Al ricongiungimento la coppia compie parate di riconoscimento e di riconsolidamento producendosi in evoluzioni aeree acrobatiche e sincrone; in seguito si spostano a terra nelle vicinanze del nido. La costruzione del nido, cui partecipano entrambi, precede la fase del corteggiamento e dell’accoppiamento, rituali che avvengono solamente in questo luogo.
Un nido viene costruito nel giro di una decina di giorni e può raggiungere dimensioni considerevoli. Esso infatti ha un’altezza media di 1-2 m e un diametro variabile tra i gli 80 e i 150 cm; sono stati tuttavia rinvenuti nidi con un’altezza di 2,5 m e un diametro di quasi 2 m.
In genere il nido viene riutilizzato dalla coppia per diverse stagioni, ogni volta viene risistemato e riorganizzato con l’aggiunta di nuovi rami, foglie, zolle di terreno, muschio e altri materiali, compresi manufatti umani. Una volta abbandonato un nido, esso non verrà più riutilizzato dalla coppia. Questo legame tra la coppia e il nido è talmente radicato in questa specie che si conosce il caso di un nido in Olanda riutilizzato per diversi secoli da varie generazioni di cicogne.
Il sito scelto per la nidificazione può variare a seconda delle regioni e del disturbo; la cicogna, come detto in precedenza, tende a costruire il nido nelle vicinanze o direttamente su costruzioni umane. Tuttavia, se il disturbo antropico è eccessivo, essa può decidere di costruirlo su alberi o su cenge rocciose. I nidi sono solitamente isolati l’uno dall’altro, ma vi sono casi, dovuti a particolari condizioni ambientali, in cui si sono costituite colonie di anche 30 nidi contigui.
L’accoppiamento si compie sul nido e la deposizione delle uova avviene in genere da metà aprile a metà giugno. Prima dell’accoppiamento vengono eseguiti particolari rituali di corteggiamento, inizialmente da parte della femmina nei confronti del maschio; essa becchetta ripetutamente il maschio sulla nuca e sui tarsi, poi si genuflette davanti a lui. A questo punto il maschio effettua l’esibizione di saluto; questa consiste in movimenti avanti-indietro della testa e gesti lenti delle ali accompagnati da battiti del becco intervallati a suoni sibilanti. La stessa esibizione di saluto può avere anche il significato di minaccia nei confronti di un contendente o un intruso; in questo caso i movimenti sono più veloci e aggressivi. L’unione è veloce ed è subito seguita da una mutua manifestazione di consolidamento e riconoscimento con movimenti in verticale del collo; quindi, alla fine, i due partner si lisciano le penne.
In genere la covata è una sola, ma in caso di insuccesso, dovuto a diversi fattori variabili, è possibile un eventuale rimpiazzo della stessa. Il numero delle uova può variare da 3 a 5, eccezionalmente 7; queste sono di forma subovale o subellittica corta, lisce e di colore bianco. Di dimensioni variabili, con lunghezza media di 70 mm e una larghezza media di 50 mm; lo spessore del guscio varia da 0.35 a 0.45 mm. Il peso oscilla tra 100 e 110 gr. Le uova vengono deposte di notte a intervalli di due giorni l’una dall’altra e l’incubazione, effettuata da entrambi i genitori, dura dai 29 ai 35 giorni. La schiusa è asincrona, i piccoli non escono cioè mai tutti insieme, ma sempre a distanza di un certo periodo di tempo l’uno dall’altro. Alla schiusa delle uova, i pulli si presentano completamente ricoperti da un piumino termoisolante bianco con le zampe e il becco di colore grigiastro; sono semi-inetti, hanno gli occhi aperti, ma non possono lasciare il nido.
Il maschio e la femmina si alternano al nido e portano a turno il cibo per la prole; nei primi giorni di vita il cibo viene rigurgitato dagli adulti direttamente nella gola dei piccoli mentre in seguito viene lasciato sul fondo del nido. All’arrivo dei genitori i pulli emettono prolungati pigolii e quando il genitore entra nel nido manifestano la loro eccitazione con continui movimenti delle ali e della testa, quindi con il becco stimolano il genitore a rigurgitare.
Dopo l’involo i piccoli sono seguiti per un breve periodo dagli adulti che insegnano loro a cacciare; in seguito, lasciati soli, si preparano per la loro prima trasvolata in terra d’Africa, che avviene in genere nel periodo compreso tra la metà di agosto e la metà di ottobre.
Il ritmo di crescita è molto alto, dopo una decina di giorni hanno già quadruplicato il loro peso. Dopo 60 giorni il piumino è quasi completamente sostituito dalle penne e i giovani cominciano ad assomigliare agli adulti; la colorazione non è però ancora definitiva, questa verrà infatti raggiunta solo a partire da secondo anno di vita.
Una volta acquisita la colorazione definitiva non sono riscontrabili variazioni stagionali. La muta, negli adulti, è completa e si svolge nel giro di un anno; inizia nei mesi di maggio-giugno e può protrarsi fino all’inverno. Nei giovani al primo anno di vita, invece, la muta ha inizio verso febbraio per protrarsi, come negli adulti, fino a novembre.
La cicogna bianca si sposta attraverso zone acquitrinose, prati, campi coltivati e risaie e dopo aver individuato la preda l’afferra rapidamente con il becco. Le piccole prede vengono ingoiate intere, mentre le prede più grandi, come per esempio i topolini, vengono prima uccise e poi sventrate, prima di essere ingoiate. La caccia avviene quasi sempre di giorno e di solito singolarmente, raramente in gruppo; è possibile osservare numerosi individui cacciare insieme nel caso in cui vi sia una enorme disponibilità di prede, come per esempio durante un’invasione di locuste. In genere la ricerca del cibo avviene nelle vicinanze del nido, occasionalmente però possono allontanarsi anche di alcuni chilometri alla ricerca di più prede. Si nutrono di una grande quantità di specie animali, in base anche alle aree che frequentano e alla presenza stagionale di prede: nelle annate secche e aride, per esempio, cacciano maggiormente insetti, piccoli rettili e piccoli topi, mentre in periodi più umidi si nutrono principalmente di organismi acquatici, come pesci e piccoli invertebrati acquatici.

Testi tratti parzialmente dalla collana “Atlante degli animali” del Corriere della Sera, anno 2006
Gianluca Ferretti

 
stampa articolo
Politica dei Cookie       -       Design & Animation: Filippo Vezzali - HTML & DB programming: Alain Franzoni