Buone nuove sulla Raccolta Differenziata in Italia.
Anticipata dal Rapporto Nazionale Rifiuti pubblicato qualche settimana fa da ISPRA sulla base dei dati 2016.
Avevamo dato subito adeguata visibilità ai dati-chiave, rilanciandoli sui canali nazionali ed internazionali, con le nostre note a commentare, a evidenziare i segni dell'avanzamanto ulteriore del sistema nazionale delle raccolte differenziate, ed individuare in controluce cosa rimaneva da fare, le direzioni da seguire sulla base delle evidenze acquisite.
I semi lanciati in ambito internazionale sono caduti su un terreno già fertile, quello dei rapporti strettissimi di collaborazione (ed amicizia) con i colleghi di EUNOMIA, una delle realtà più attive sulla consulenza strategica nel settore della gestione dei rifiuti, sulle valutazioni di efficacia delle pratiche di settore, spesso coinvolta dalle Istituzioni UE e vari Governi Nazionali per fornire gli studi a supporto delle proprie politiche sui rifiuti (e in questo, abbiamo avuto di frequente il piacere di collaborare).
Così, gli amici di EUNOMIA ci hanno chiamato, per chiedere ulteriori specificazioni e dettagli sui dati che avevamo diffuso. Abbiamo scambiato con loro le valutazioni, che loro hanno accolto con il solito interesse ed entusiasmo (in questo c'è anche la memoria storica dell'aiuto che fornimmo loro ad inizio anni 2000, per la esportazione dei nostri modelli di RD verso il Regno Unito ed il Galles in particolare - Galles che non a caso si vede ora nelle parti alte della classifica, per quanto alcuni potranno obiettare che la ccomparazione del Galles sarebbe più propriamente ammissibile con Regioni quali il Veneto o le Fiandre, non con Nazioni, secondo la geografia politica che ci è stata trasmessa e che non sempre coincide con le divisioni giurisdizionali in tema di rifiuti...)
Gli amici di EUNOMIA hanno accolto le nostre evidenze con un gratificante "secondo le nostre valutazioni, l'Italia sta ormai a pieno titolo tra i Paesi più performanti in termini di RD". Tanto da individuarla come possibile contenitore di pratiche ottimizzate da presentare nelle iniziative rivolte ai Paesi ritardatari della UE; perché, poi, lo sappiamo: le nostre medie nazionali tengono dentro il fardello delle aree di arretratezza ancora diffuse lungo lo Stivale, e vengono trainate invece da alcune delle esperienze più avanzate al mondo: con alcune Regioni già al 70% di RD, diverse Province sopra l'80%, e molti Comuni addirittura sopra il 90% di RD (7 Comuni premiati in Campania solo pochi giorni fa).
O, se si preferisce (e noi lo preferiamo), tante comunità abbondantemente sotto i 100 kg/ab di RUR, molti sotto i 50.
Con il rigore che da sempre li contraddistingue, in EUNOMIA hanno anche normalizzato i tassi di RD, allo scopo di togliere alcuni fattori distorsivi: ad es. l'alta assimilazione di rifiuti commerciali nei dati di alcuni Paesi (come quelli tedeschi), o altri Paesi che includono quote di materiali recuperati dagli inceneritori.
Bene, sotto trovate il grafico che riassume le classifiche dei 10 Paesi più avanzati al mondo (sì, avete letto bene: i 10 Paesi con i più alti tassi di RD al mondo), classifiche riviste secondo l'approccio normalizzato. L'Italia stabilmente nella "top ten" a livello mondiale, superati Paesi che storicamente erano roccheforti della raccolta differenziata, come l'Olanda, ora purtroppo ingessata nella necessità di alimentare la sovracapacità di incenerimento - una maledizione i cui sintomi si vedono anche in Germania, Svizzera ed Austria (Paesi che potremmo superare a breve se proseguiamo con altrettanta convinzione) con Vienna ferma ad un 35% scarso di RD e che deve fare riflettere coloro che parlano della piena compatibilità tra incenerimento e riciclo. Perché a Vienna non separano l'umido, al grido di "non è possibile nelle grandi città", affermazione temeraria alla luce di quanto fa Milano, stessa dimensione e direzione diversa.

Un grafico che conferma quanto diciamo da tempo, e che non condividiamo soltanto per generare orgoglio (che pure deve esserci, la soddisfazione per i risultati conseguiti deve essere sempre il migliore motore emotivo per coltivare ulteriori ambizioni, secondo il nostro motto: "sempre felici, e mai soddisfatti"); ma anche per immaginare come potrebbe essere la nostra prestazione collettiva nazionale, con l'ulteriore diffusione delle buone pratiche che ci stanno ormai studiando e copiando in tutto il mondo.
E per provare ad immaginare cosa avremmo potuto fare se le Istituzioni centrali avessero saputo generare una "narrativa del fare" attorno a queste evidenze; esportando la nostra capacità di progettare ed organizzare, anziché importare tecnologie di incenerimento altrove ormai decotte, con il falso slogan di una malintesa "modernità".
Avanti, con sempre maggiore convinzione.
Enzo Favoino. Pubblicato su facebook.