dicembre 2019
AGRICOLTURA DI PRECISIONE
L'agricoltura di precisione è una strategia gestionale dell agricoltura che si avvale di moderne strumentazioni ed è mirata all'esecuzione di interventi agronomici tenendo conto delle effettive esigenze colturali e delle caratteristiche biochimiche e fisiche del suolo.

La maggior parte dei sistemi opera mediante un ricevitore GPS collegato al trattore agricolo o alla mietitrebbiatrice permettendo l'identificazione in tempo reale della posizione.
Il sistema di guida automatica agisce direttamente sullo sterzo dove il GPS mantiene esattamente parallele le passate con una minima sovrapposizione portando come benefici un minore stress per l'operatore, risparmio di tempo e sprechi.

Il sistema di guida assistita invece prevede un computer touchscreen sul quale è schematizzata la dimensione del campo da trattare e la forma del trattore; vengono inoltre visualizzate le passate appena eseguite.
Nel momento in cui l'operatore va ad effettuare delle sovrapposizioni il palmare segnala l'evento, generalmente tramite segnale acustico. Naturalmente, l'impostazione essenziale è che l'operatore vada a definire la larghezza di lavoro dell'attrezzo agricolo accoppiato al trattore.

Sfruttando sempre sistemi GPS è possibile localizzare a posteriori il luogo esatto dove si era prelevato un campione del terreno; inoltre vari software consentono - specificati gli estremi del campo - di calcolare le posizioni in cui è opportuno prelevare i campioni.

Esistono più sistemi che possono rilevare i diversi parametri delle produzioni in campo. Ad esempio quelli installati sulle mietitrebbiatrici sono in grado di monitorare continuamente la quantità di produzione. È importante consultare tali dati per capire in quali zone si è prodotto di più e in quali meno e perché: questo aiuta nelle scelte da effettuare nell'anno seguente.

Uno dei sistemi più utilizzati negli ultimi anni per effettuare analisi e monitoraggio delle colture è quello dei droni. Grazie a questa tecnologia è possibile ricavare una grossa mole di dati necessaria alla corretta gestione del terreno e delle piante, per salvaguardarne la salute ed aumentarne la resa.

Secondo Goldman Sachs, una delle più grandi banche d'investimenti al mondo, il mercato della robotica agricola varrà oltre 200 miliardi di dollari nel 2022, e sarà in grado di ridurre l'utilizzo di risorse come acqua, fertilizzanti e pesticidi.
Le macchine per il dosaggio variabile sono sistemi che lavorano in stretto contatto con i dati ricevuti al momento della raccolta.
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Quando si tratta di tornare sul campo per eseguire ad esempio delle concimazioni il software analizzando i dati di produzione identificherà le zone in cui il prodotto è minore e permetterà alla macchina di rilasciare automaticamente una quota maggiore di concime in queste zone.

Recentemente alle “Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona” che si è tenuta dal 23 al 26 Ottobre a CremonaFiere, sono stati presentati i risultati di uno studio condotto dall’Università di Perugia in collaborazione con Kverneland AccademY.
Al centro dell’indagine l’impatto che l’utilizzo di nuove macchine agricole, le così detta “minime lavorazioni del terreno” hanno sulla riduzione delle immissioni nell’ambiente.

“Possiamo anticipare alcuni dei risultati presentati a Cremona – spiega Roberto Bartolini, che ha lavorato al progetto –. Oggi esistono attrezzature per far sì che con un solo passaggio si faccia un’operazione che prima ne comportava tre. Oppure macchine che spargono i fertilizzanti solo dove servono effettivamente. Così facendo se ne possono usare di meno”.

Queste nuove tecnologie permettono anche forti vantaggi economici. “Si ha un risparmio che arriva fino al 70% del gasolio”. In questo modo sorride il portafoglio, ma anche l’ambiente”. Lo studio dimostra come, abbandonando di fatto l’aratro e puntando su nuove tecnologie, la terra riacquista fertilità e i lombrichi tornano ad essere presenti nei campi. “Non si tratta di tecnologie avveniristiche – conclude Roberto Bartolini -, ma qualche centinaio di allevatori stanno già utilizzando questi macchinari per produrre mais e frumento”.

Con una potenza elettrica installata di circa 1.200 Megawatt (MW), pari a una produzione di 2,4 miliardi di metri cubi di gas naturale l’anno, l’Italia è uno dei principali produttori di biogas in agricoltura; quarta al mondo dopo Germania, Cina e Stati Uniti.
Ad oggi, in Italia, sono infatti operativi più di 1.500 impianti di biogas – circa 1.200 soltanto in ambito agricolo – con ripercussioni importanti in termini occupazionali: 6.7 addetti per MW installato rendono la filiera del biogas-biometano il settore a maggiore intensità occupazionale tra le rinnovabili e favoriscono la creazione di oltre 12mila posti di lavoro.


Per maggiori dettagli sulla agricoltura di precisione si veda la scheda sul sito kvernelandgroup.com



Fonti:
wikipedia,
Kvernelandgroup,
Fiere zootecniche internazionali di Cremona.

La redazione

 
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