1. Dalle centrali a gas alle centrali termonucleari. Ovvero dalla padella alla brace.
Per molti partiti che ambiscono a governare l’Italia, la sfida all’autosufficienza energetica passa anche per il nucleare pulito e sicuro di nuova generazione da realizzare senza veti e preconcetti.
Peccato che gli estensori di simili proposte non abbiano idea di come funziona il mercato dell’energia e in particolare il mercato dell’uranio.
Infatti, i produttori di Uranio nel mondo non sono molti e il 60% della produzione di U3O8 cioè la forma con cui si commercializza il cosiddetto “yellowcake”, si concentra in tre paesi di influenza russa: Kazakhstan, Uzbekistan e Russia stessa. Inoltre la russa Rosatom Corporation rappresenta circa il 35% dell’arricchimento globale di Uranio, con accordi di fornitura del combustibile nucleare ai paesi di tutta Europa.
Ergo, affidarsi all’energia nucleare significa legarsi alle forniture di Uranio che provengono per lo più dal mondo ex-sovietico. Alla faccia dell’indipendenza energetica.
2. Chi controlla il mercato dell’Uranio?
10 società multinazionali controllano il 93% del mercato dell’Uranio:
- Kazatomprom (Kazakhstan) – 25%
- Cameco (Canada) – 15%
- Orano (France) – 9%
- Uranium One (Russia) – 9%
- CGN (China) – 9%
- Navoi Mining (Uzbekistan) - 7%
- CNCC (China) - 5%
- ARMZ (Russia) – 5%
- General Atomic/Quasar (Australia) – 5%
- BHP Billiton (Australia) – 4%
Il valore annuo dell’Uranio sul mercato (yellowcake - U3O8) è di 6,3 Miliardi di dollari, valutato all’attuale prezzo future di 50 dollari/libbra, che però sta rapidamente aumentando.
3. Parafrasando Snoopy si potrebbe dire che chi controlla l’Energia determina i destini del mondo.
Ma se ogni paese producesse l’energia di cui ha bisogno con fonti rinnovabili, cosa peraltro possibile in Italia, realizzeremmo quel progetto di pace per il 21esimo secolo auspicato da Antonio Guterres segretario generale dell’ONU.
Da questo punto di vista, l’accordo di Parigi non è solo un accordo sul clima globale ma è anche un accordo di pace, perché crea un quadro istituzionale globale per gestire in modo negoziato questo cambiamento epocale.
Un sistema energetico basato sulle rinnovabili è fattibile. Ma è necessario accelerare: non è vero quello che dice il ministro Cingolani che bisognerebbe rallentare per non perdere posti di lavoro. Al contrario, bisogna accelerare anche per non perdere posti di lavoro nei nuovi settori della transizione energetica, che altrimenti verranno occupati da altri Paesi più lungimiranti di noi.
4.Il mercato europeo dell’energia elettrica di metà agosto 2022
Toh… a metà agosto l’energia elettrica in Francia costava più che in Italia. Ma loro non hanno il nucleare che costa di meno?
5. Import – Export di energia elettrica dalla Francia.
Toh… a metà agosto l’Italia esportava, tra le 7:00 e le 22:00, energia elettrica verso la Francia, per un ammontare complessivo di oltre 12.000 MW… per lo più energia rinnovabile …
Ma, secondo alcuni mentecatti, non dipendiamo dal nucleare francese?