rivista on-line mensile
anno ventiduesimo - settembre 2023
registrata presso il Tribunale di Milano
n.330 del 22/05/2007
ottobre 2022
DI NECESSITA', VIRTU' 3
Proseguiamo la rassegna di soluzioni relative alla produzione di energia rinnovabile o al risparmio energetico che questo lungo periodo di scarsità delle fonti ha fatto nascere ed a proposto alle istituzioni o ai consumatori individuali.
Vediamo in primis una turbina che converte l’energia cinetica dei fiumi in elettricità e che si monta facilmente come un oggetto portabile e che può essere installata nei corsi d’acqua dove ricava l’energia elettrica dalla forza della corrente.
Questa “turbina fluviale” è stata progettata per sfruttare il movimento naturale dei flussi d’acqua e da sola produce da 4 a 12 kWh/giorno, circa l’equivalente di 10 pannelli solari.
La turbina smart è stata sviluppata dall’innovatore canadese Pierre Blanchet, è” realizzata in alluminio e solo con materiali nobili, non è dannosa per l’ambiente e potrebbe rivelarsi una soluzione economica per chi non ha accesso all’energia elettrica, oltre che essere semplice e accessibile per chi ama fare escursioni nella natura selvaggia…Per installarla sono sufficienti tre persone.
Non c’è bisogno di gru o altre di altre attrezzature pesanti."
“La corrente del fiume favorisce il movimento rotatorio della turbina che a sua volta aziona un generatore.
Grazie al convertitore, l’energia, trasformata in corrente, può alimentare il fabbisogno energetico di un’abitazione ed è possibile collegare più turbine tra loro per aumentarne la potenza. "
Fonte OHGA 3 giungo 2022
Ecco ora Mammoth, la centrale che cattura 36mila tonnellate di CO2 all’anno dall’aria e di cui è iniziata la costruzione in Islanda
In Islanda è iniziata la costruzione del Mammoth, una grande centrale progettata per catturare l'anidride carbonica (CO2) presente in atmosfera e combattere il riscaldamento globale
Questa infrastruttura rivoluzionaria serve a ridurre i gravi danni prodotti con le emissioni di carbonio. “Tecnicamente si tratta di un impianto Direct Air Capture o DAC (cattura diretta dell'aria), che aspira aria dall'ambiente, la filtra e ne rimuove la dannosa CO2.
La centrale Mammoth, che sarà operativa entro 18 – 24 mesi, al termine della costruzione sarà il più grande progetto del suo genere dopo la messa in funzione di Orca, centrale “sorella” avviata a settembre dello scorso anno e costruita sempre in Islanda.
Se infatti Orca può catturare fino a 4mila tonnellate di CO2 all'anno, pari all'inquinamento prodotto da circa 800 autovetture inquinanti, il nuovo impianto sarà ben nove volte più efficiente, andando a strappare dall'atmosfera ben 36mila tonnellate di CO2.
Può sembrare un numero significativo, ma in realtà per intaccare le stratosferiche quantità di CO2 che abbiamo immesso nel pianeta dall'inizio dell'Era Industriale dovremmo essere in grado di strappare 85 milioni di tonnellate di CO2 all'anno, come indicato dall'Agenzia Internazionale dell'Energia in un rapporto.
Nonostante lo scarso impatto a livello globale, queste prime centrali DAC rappresentano la base per la realizzazione di impianti molto più ambiziosi.
Sia Orca che Mammoth sono costruite dalla società svizzera specializzata in tecnologia climatica Climeworks.
“Queste centrali si basano su ventilatori che aspirano aria, catturano la CO2 con un filtro acido e la incanalano attraverso grandi tubature – insieme a tonnellate d'acqua – in profondità, nel terreno. Qui l'anidride carbonica reagisce con le rocce basaltiche dando vita a minerali carbonatici, in pratica altre rocce (che solidificano in un paio di anni).
Una parte di questa CO2 può anche essere sfruttata per produrre bevande gassate e fertilizzanti. Naturalmente per funzionare le DAC hanno bisogno di energia, ma il loro impatto può essere zero in base a dove vengono costruite.
Sia Orca che Mammoth sono ubicate nei pressi della centrale geotermica di Hellisheiði e sfruttano l'energia della Terra per funzionare.
Fonti:
Fanpage
Youtube,
Climeworks,
Glass To Power, da vetro a energia.
“L'idea alla base di questa nuova tecnologia per produrre pannelli fotovoltaici che somigliano in tutto e per tutto alle finestre venne intorno al 2016 ai professori Francesco Meinardi e Sergio Brovelli, docenti di Fisica della Materia e di Fisica Sperimentale del Dipartimento di Scienza dei Materiali dell'Università di Milano Bicocca.
Proprio qui, il dipartimento ha sviluppato dei brevetti su nuove classi di nano materiali, alla base della produzione di finestre e vetrate capaci di immagazzinare energia solare e di produrre potenze fino a 50W per metro quadro. Senza, come al solito, impattare esteticamente o a livello spaziale.
Dalla partnership dell'Università Bicocca con la società di consulenza tecnologica Management Innovation è stata così costituita l'azienda spin-off Glass To Power: questo il nome del prodotto industrializzato, che viene ricercato e prodotto nella sede di Rovereto.
Come funzionano
Alla base del funzionamento di queste finestre fotovoltaiche sta la tecnologia LSC, o dei Concentratori Solari Luminescenti, ovvero lastre di luce plastica all'interno delle quali vengono incorporate le nanoparticelle otticamente attive in grado di catturare e concentrare i raggi solari. Le finestre, in questo modo, sono di fatto dei pannelli solari semitrasparenti.
Negli anni successivi al 2016 (anno della fondazione di Glass To Power) i ricercatori hanno poi implementato la tecnologia, iniziando a impiegare anche le nanosfere di silicio, e non solo quelle al cadmio o al selenio, in linea con le più recenti scoperte.”
Brevetto PCT/IB2016/000032
CONCENTRATORE SOLARE LUMINESCENTE INCOLORE E PRIVO DI METALLI PESANTI A BASE DI NANOCRISTALLI SEMICONDUTTORI DI CALCOGENURI ALMENO TERNARI CON ASSORBIMENTO ESTESO ALLA REGIONE INFRAROSSA
Applicazioni in atto: Ferrovie dello Stato ha chiesto un supporto per il progetto GreenHub nella stazione di Rapallo; l'Associazione Isola Tiberina ha utilizzato i vetri per raggiungere l'obiettivo di impatto zero; la Regione Piemonte ha usato le vetrate per alcune serre smart nell'ambito del programma Help2Grow.
Fonti:
Glass to power,
Sara Polotti OHGA 8 Settembre 2022.
KiteKraft, un drone per creare energia eolica.
La segnalazione è contenuta in un interessante articolo di Enrico Maria Corno sul Corriere della Sera del 10 settembre.
Dicono quelli della KiteKraft che Il principio della "potenza dell'aquilone con vento laterale" era già stato spiegato in un articolo del 1980 da Miles Loyd.
Dagli anni 2000 sono aumentate anche le start-up e i gruppi di ricerca.
Florian Bauer, cofondatore della kiteKRAFT era e fa parte di questa comunità come ricercatore ed è stato in grado di approfondire tutti i concetti e confrontarli.
Il suo obiettivo era scoprire se l'energia eolica nell'aria avesse davvero quello che serviva per dare un contributo significativo alla produzione di energia rinnovabile e, in tal caso, come dovrebbe essere una tale turbina eolica nell'aria.
Questo è esattamente ciò che conteneva la sua tesi di dottorato.
Attualmente la startup sta implementando il risultato: Kitekraft è l'unica soluzione che può essere costruita tecnicamente ed economicamente su piccola scala (da circa 10kW) fino a una scala molto grande (10MW).
Il fatto di potersi innalzare come un aquilone, trattenuta da un cavo, consente di intercettare correnti d’aria, molto potenti.
Il confronto con le normali pale eoliche fissate a terra mostra un costo del 10% a parità di energia prodotta , con costi di manutenzione notevolmente inferiori e la possibilità di un utilizzo anche in luoghi ove le tradizionali pale eoliche non potrebbero essere installate.
Come si può vedere nella clip riportata poco sopra, il decollo è molto facile, come un drone, i rotori di bordo che nella fase ascensionale hanno una funzione motrice poi vengono utilizzati come turbine eoliche generando energia .
Il cavo oltre che per trattenere il drone/aquilone funziona anche come mezzo di trasferimento a terra della energia prodotta. -
Qui viene collocata una stazione per la gestione del mezzo e per il recupero della energia prodotta che può essere immessa direttamente in rete o immagazzinata in batterie.
Fonti: KiteKraft.de,
Youtube,
Enrico Maria Corno Corriere della sera 10 09 2022
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