L’ALBERO DEI TAPPI
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La quercia da sughero (Quercus suber L., 1753), o sughera, è un albero sempreverde della famiglia delle Fagaceae. Cresce molto lentamente e impiega diversi anni per svilupparsi.

Questo tipo di quercia è particolare: attorno ai 25 – 30 anni di età viene estratta la prima corteccia con un processo manuale e artigianale che si tramanda da generazioni e che viene realizzato cercando di tutelare e mantenere in salute la pianta.

La quercia da sughero può raggiungere i 20 metri di altezza. La sua vita media è di 250-300 anni, ma l'asportazione del sughero si ripercuote in qualche misura sulla longevità, perciò una sughera sottoposta sistematicamente alla decorticazione non supera in genere i 100-150 anni di vita. La sua fioritura è in maggio-giugno. Mentre il frutto di questa quercia è una ghianda ovale di colore verde.

La caratteristica più evidente di questa specie è il notevole sviluppo in spessore della scorza che non si distacca mai dalla corteccia, formando un rivestimento suberoso chiamato sughero. Il suo tronco è sinuoso e si biforca in rami contorti, la sua corteccia si presenta grigiastra, spugnosa e fessurata dalla quale si ricava il sughero.

La quercia da sughero è originaria dell'Europa sud-occidentale e dell'Africa nord-occidentale ma è da tempi remoti naturalizzata e spontanea in tutto il bacino occidentale del mar Mediterraneo.

La sughera è una specie che soffre e può morire se esposta a periodi prolungati di temperature sotto i -5°C. Predilige gli ambienti caldi e moderatamente siccitosi. Rifugge gli ambienti di siccità estrema o soggetti a frequenti gelate invernali. Vegeta prevalentemente su suoli derivati da rocce a matrice acida, diventando sporadica nei suoli basaltici e in quelli calcarei. Non sopportando le gelate in Sardegna è presente nelle zone più piovose, con temperature medie tra i 13 e i 18 gradi, fino ad un’altezza massima di 800-900 metri.

Ha numerose e robuste radici che si espandono lateralmente che possono raggiungere profondità insospettabili. Ciò le permette di adattarsi al meglio durante i periodi di siccità.

La coltivazione della quercia da sughero avviene principalmente in Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Marocco, Algeria e Tunisia. In Europa la produzione annuale di sughero ammonta a 340.000 tonnellate per un fatturato totale di 1,5 miliardi di euro e dà impiego a 30.000 persone.

Circa il 50% della produzione mondiale di sughero si trova in Portogallo.
La prima estrazione di sughero viene chiamata demaschiatura:il primo sughero è chiamato sugherone o sughero maschio perché molto grossolano, ruvido, screpolato e poroso; le estrazioni successive avvengono ad intervalli di 9-12 anni su elementi che abbiano almeno più di 15 anni di vita e quando il sughero avrà uno spessore di 5 cm. Il prodotto estratto viene detto sughero gentile o femmina, perché leggero, compatto e uniforme.

Per evitare danni alla pianta, il periodo migliore per l'estrazione è compreso tra maggio e agosto.
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Spesso là dove c’è una coltivazione di querce da sughero si può trovare in combinazione sia la pastorizia che la coltivazione di cereali. La maggior parte delle aziende di lavorazione del sughero si trovano nell'area di Lisbona e nel nord del paese.

In Italia la coltivazione delle querce da sughero sono particolarmente diffuse in Sardegna,Sicilia, lungo la fascia costiera meridionale della Toscana e nelle limitrofe aree pianeggianti e collinari della Maremma Grossetana; risulta invece più sporadica nel Lazio e in Puglia, mentre è assai rara in Liguria, dove forma piccole estensioni boschive solo nei dintorni di Bergeggi, Sestri Levante e Deiva Marina. In Toscana, la macchia mediterranea e il bosco di sughere e roverelle secolari sono l’attrazione principale nel Parco della Maremma.

Il sughero dopo il raccolto viene bollito in acqua e successivamente messo in appositi contenitori. La classificazione del sughero la fa l’utente finale; così dai ritagli più piccoli si ricavano i tappi, da quelli con più difetti invece si producono per esempio isolamenti di pavimentazioni e rivestimenti per le case.

Il sughero ha un’elevata capacità di isolamento termico, ma non è solo un isolante termico, il sughero è anche un ottimo isolante acustico e fonoassorbente, quindi capace di diminuire gli effetti del rumore. E’ anche un materiale resistente e duraturo che non si deteriora con il tempo, se trattato nel modo corretto. E’ inputriscibile ed è quasi inattaccabile dagli insetti e quindi un materiale molto prezioso soprattutto in edilizia.

Per utilizzare il sughero si procede con una stagionatura che non avviene in spazi chiusi e protetti, ma viene lasciato all’aria aperta, a diretto contatto con il sole e la pioggia. Durante questo periodo il sughero dimagrisce, cede umidità e si libera di polvere, di tannino e di peso, emergendo compatto, stabile e strutturato.
Successivamente viene lavato e bollito in grandi vasche di acqua bollente, senza l’utilizzo di solventi, igienizzanti, alcool, niente di tutto questo.

La storia del sughero risale all’antichità, infatti proteggeva i recipienti egizi, impreziosiva vasellame fenicio e sigillava anfore romane. Nel corso della storia delle civiltà mediterranee, il sughero ha fornito comfort e riparo alle antiche dimore del fronte africano nel periodo dell’Impero Romano.

Le sue qualità già conosciute da oltre 2000 anni dai Romani, che lo utilizzavano per i galleggianti delle reti da pesca e per la realizzazione di sandali e altre calzature leggere.

Fino al XV e XVI secolo, quando venne usato principalmente per i tappi, dando inizio alla vera e propria industria del sughero.
Il nome specifico della pianta proviene dalle parole celtiche “Kaer e Quer” e significano “bell’albero”.

La parola “Sughero” invece proviene dal latino “Suberem” e ha il significato di “pelle rugosa”.

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"Canto del servo pastore" di Fabrizio De Andre'

Dove fiorisce il rosmarino ce' una fontana scura
dove cammina il mio destino c’e' un filo di paura
qual'e' la direzione nessuno me lo imparo' qual'e'
il mio vero nome ancora non lo so.

Quando la luna perde la lana e il passero la strada
quando ogni angelo alla catena e ogni cane abbaia
prendi la tua tristezza in mano e soffiala sul fiume
vesti di foglie il tuo dolore e coprilo di piume.

Sopra ogni cisto da qui al mare c' e' un po' dei miei capelli
sopra ogni sughera il disegno di tutti i miei coltelli
l'amore delle case l'amore bianco vestito
io non l'ho mai saputo e non l'ho mai tradito.

Mio padre e' un falco mia madre un pagliaio
stanno sulla collina i miei occhi senza fondo seguono la mia luna
notte notte notte sola sola come il mio fuoco
piega la mia testa sul mio cuore e spegnilo poco a poco.

Fonti:
www.trekking.it/reportage/alberi-record-la-sughera-dono-della-natura/
it.wikipedia.org/wiki/Quercus_suber
www.sardegnaforeste.it/flora/quercia-da-sughero
www.diasen.com/quercia-da-sughero/
carrozzadergambini.it/it/quercia-sughera.html



(foto Anna Zacchetti)
Anna Zacchetti